sabato 28 marzo 2009

Ecumenismo


Marzo 2009, stazione dei treni di Wittemberg.

Frenesìa di un mattino uggioso come tanti, tra luci al neon, annunci degli altoparlanti, odori di fritto e di plastica bruciata, scalpiccìo di pendolari nascosti dietro le prime pagine dei giornali e dispersi tra pensieri che ne annuvolano e mascherano il volto, sciogliendoli ad uno ad uno in una caotica messinscena di sole comparse.

Due figure, raggianti e serene, rompono quel grigio turbinìo: Agostino e Martin.

Strade diverse portano i due giovani a Wittemberg, per quel viaggio che li condurrà a località baciate dal sole, sul Mediterraneo.
Così come diverse sono le loro storie, le motivazioni e le loro aspettative..
Loro, ci sono.
Sul palcoscenico di quella stazione, affollato di passanti comme par hasard, loro, si riconoscono primi attori.
I sorrisi si catturano, l'euforìa del loro "esserci" (e del PERCHÉ di quell'esserci) è grande e magnetica.
Si presentano, frasi di circostanza.. battute, risate, chiacchiere su tutto e su niente.
I due si piacciono da subito.. si avventurano cautamente in discorsi di volta in volta più seri e complessi, sondano una reciproca sintonìa..

Agostino rimane decisamente impressionato dall'argomentare vivace e analitico di Martin.. "C'è stoffa.."- pensa.
Martin parla appassionatamente a quel delizioso interlocutore che scopre in Agostino, che ascolta, medita, ammira..

Ad un certo punto però, Martin guarda l'orologio: deve affrettarsi, tra pochissimo partirà il suo treno per la Costiera Amalfitana. Si alza trafelato, saluta Agostino "é stato un vero piacere!" e si precipita al binario TRE.
Martin, arrivato al TRE, si sofferma un secondo davanti al treno.. Superbo! Di gran classe, vagoni spaziosi, lussuoso, "alta velocità".. E senza esitare, si fionda nella prima carrozza.

Agostino, ancora in sala d'attesa, ripensa a Martin e alla straordinarietà di quei discorsi. Sta per fissarne qualcuno sul suo Moleskine, quando pensa..: "Binario TRE"
E si ricorda di quell'annuncio confuso che ha sentito mentre la mente di Martin straripava di spumose osservazioni...

"C'é stato un cambio!"..Il treno di Martin sarebbe partito dal binario DODICI!

Agostino lascia tutto e si precipita al Binario TRE..

Scorge Martin dal finestrino: si sta mettendo comodo, e scorgendolo, lo saluta con un cenno di mano. È raggiante, entusiasta per il suo treno.. non se lo sarebbe mai aspettato così funzionale, confortevole, esteticamente accattivante e veloce!

Peccato vada a Rostock, cadavere post-sovietico dell'edilizia industriale sul Baltico.

Agostino sta per intimargli di scendere, di correre al binario DODICI.. ma qualcosa lo inibisce dal farlo..
"In fondo, é cosí contento, convinto e orgoglioso.. se glielo dicessi, sarebbe oltremodo spiacevole.. e poi, chissà se, scendendo ora, ce la farebbe a correre con tutti quei bagagli al binario DODICI in tempo per..
E poi, il treno é magnifico.. e il viaggio durerá sicuramente di meno, altro che tutte quelle ore fino ad Amalfi.. e poi, a Rostock parlan la sua stessa lingua.... no, non posso fargli questo, non a Martin.. gli rovinerei la giornata. Son sicuro che di certo anche là troverà qualcosa da fare.. In fondo, der Weg ist das Ziel, il viaggio stesso é la meta!..
..Io intanto cerco di non perdere il mio per le Cinque Terre.."

E Agostino, sorridendo, saluta l'amico mentre il treno, chiusi i portelloni, scivola lentamente nella nebbia del mattino..

"[..]Illae vero Communitates ecclesiales, quae validum Episcopatum et genuinam ac integram substantiam Eucharistici Mysterii non servant, sensu proprio Ecclesiae non sunt.[..]"
S. Em. Rev.ssima Card. Ratzinger,
Declaratio Dominus Jesus - De Iesu Christi atque Ecclesiae Unicitate et Universalitate Salvifica, Roma, a.D. 2000.

giovedì 26 marzo 2009

Modo con cui Amerio commenta un "circiterismo"

"Evidentemente non sempre il pensato precede il detto e perciò non sempre quel che si dice riesce anche pensabile".

Dal paragrafo 91 di Iota unum.

mercoledì 25 marzo 2009

Fedeltà



Le idee fanno paura

a questa società

ma ancora più paura

può far la fedeltà.


La fedeltà a una terra

la fedeltà a un amore

son cose troppo grandi

per chi non le ha nel cuore.



Amici del Vento, Nel suo Nome


martedì 24 marzo 2009

24 marzo, festa di san Simonino di Trento

Cari Amici,
dopo un lungo silenzio riprende l’invio di notizie e aggiornamenti delle attività del Comitato San Simonino. Per prima cosa vorremmo rassicurare tutti gli aderenti al comitato, che l’attività non è stata abbandonata nonostante il periodo di silenzio. Come spesso accade, una volta spenti i riflettori mediatici sul libro Pasque di Sangue anche l’interesse per il Comitato San Simonino è passato un po’ in secondo piano. Questo non vale però per i promotori del comitato, che, non hanno mai pensato di ricercare la via per il ristabilimento del culto tramite la polemica sui mezzi d’informazione.I nemici della Fede per tutto questo periodo non hanno smesso d’infangare il nome di San Simonino; associazioni e istituzioni, cercano di far passare l’equazione San Simonino = antisemitismo (con l’immancabile collegamento al nazismo), tramite articoli di giornale, conferenze e spettacoli.Siamo coscienti che sia un’impresa molto ardua cercare di sensibilizzare le persone “comuni” su un tema come questo, poiché la venerazione del Santo manca da più di quarant’anni dovendo considerare inoltre il periodo di profonda crisi nella chiesa e di conseguenza dei cattolici che stiamo attraversando.Per questo motivo il comitato tende a svolgere la propria attività all’interno di quella comunità cristiana di cui fa parte e che è sicuramente più sensibile e ricettiva al tema. Riteniamo necessario conoscere più profondamente noi stessi, per primi, la vicenda di San Simonino, riscoprirne la venerazione che fino al 1965 era molto sentita dalla popolazione trentina ed in alcune zone del bresciano, ma che ad un tratto è stato tolta dal martirologio e le reliquie del Santo sono state nascoste per una scellerata e anticattolica volontà ecumenica.Per finire, invitiamo tutti a mantenere i contatti con noi, a seguirci nelle nostre attività ed inviarci qualsiasi tipo di segnalazione o notizia riguardo a San Simonino. Cogliamo l’occasione per segnalarvi alcune novità sul sito http://www.sansimonino.eu/

Un altro paragrafo ameriano

La Chiesa (dice il Papa [Giovanni XXIII, ndr]) non depone né indebolisce la sua opposizione all'errore, ma «al giorno d'oggi preferisce far uso della medicina della misericordia piuttosto che delle armi della severità». Essa osta all'errore «mostrando la validità della sua dottrina piuttosto che con le condanne». Questo annuncio del principio della misericordia contrapposto a quello della severità sorvola il fatto che, nella mente della Chiesa, la condanna stessa dell'errore è opera di misericordia, poiché, trafiggendo l'errore, si corregge l'errante e si preserva altrui dall'errore. Inoltre verso l'errore non può esservi propriamente misericordia o severità, perché queste sono virtù morali aventi per oggetto il prossimo, mentre all'errore l'intelletto repugna con un atto logico che si oppone a un giudizio falso. La misericordia essendo, secondo S. theol., II, II, q. 30, a. 1, dolore della miseria altrui accompagnato dal desiderio di soccorrere, il metodo della misericordia non si può usare verso l'errore, fatto logico in cui non vi può essere miseria, ma soltanto verso l'errante, a cui si soccorre proponendo la verità e confutando l'errore. Il Papa peraltro dimezza un tale soccorso, perché restringe tutto l'officio esercitato dalla Chiesa verso l'errante alla sola presentazione della verità: questa basterebbe per sé stessa, senza venire a confronto con l'errore, a sfatare l'errore. L'operazione logica della confutazione sarebbe omessa per dar luogo a una mera didascalia del vero, fidando nell'efficacia di esso a produrre l'assenso dell'uomo e a distruggere l'errore.

Dal paragrafo 40 di Iota unum.

domenica 22 marzo 2009

Un paragrafo ameriano

Ma il Concilio di Gerusalemme fu eminentemente critico anche sotto un'altra ragione, perché separò per sempre il giudizio teoretico dal giudizio pratico, quello che si porta sui principii e quello che si porta sulle applicazioni piegando, non i principii, ma la mediazione dei principii alle pieghevoli situazioni, piegatura che nella religione si fa sotto l'inspirazione della carità. Infatti il celebre affrontamento di Paolo a Pietro seguito in Antiochia dopo che a Gerusalemme i due Apostoli si erano trovati concordi nel ritenere la legge giudaica antiquata cioè superata, si aggirava, come dice Tertulliano, su «conversationis vitium, non praedicationis» (De praescript. haeret., 23), sulle deduzioni dal principio, non sul principio. Fu la prassi di Pietro condiscendente alla sensibilità rituale dei fratelli venuti dalla Sinagoga, prassi difforme da quella del medesimo Pietro verso i fratelli venuti dall'idolatria, quella che fu riprovata da Paolo e poi, come si vide, da Pietro e dalla Chiesa tutta. Sono dispareri sulla condotta pratica e, se si vuole, errori derivati dal non vedersi sùbito o non vedersi bene il nodo tra un principio e un concreto storico. Sono dispareri ed errori quali si perpetuarono nella Chiesa, da Pasquale II, che disdice il concordato sottoscritto con Enrico V, a Clemente XIV, che sopprime la Compagnia di Gesù e rovescia il non possumus degli antecessori, a Pio VII che ritratta gli accordi con Napoleone e si accusa pubblicamente di avere dato scandalo alla Chiesa e da sé stesso si punisce astenendosi dal celebrare la Messa. Questa distinzione della variabile sfera disciplinare, giuridica e politica da quella invariabile del porro unum est necessarium è certamente iniziata nel Concilio di Gerusalemme e costituisce la prima crisi della Chiesa: la sfera della storicità viene definitivamente distinta da quella del dogma.

Dal paragrafo 12 di Iota unum.

sabato 21 marzo 2009

Sconcerto

...ho avuto occasione di insegnare il braille a un ragazzo del Magreb [presumibilmente musulmano, ndr], che ha perduto la vista in un contrasto sportivo. Bene, nelle confidenze che mi faceva, mi diceva che si meravigliava del fatto che, fra i tanti e bravi giovani volontari [italiani, ndr] che lo accompagnavano, non trovava nessuno che credesse in Dio. "Ma come è possibile?", mi diceva.

Testimonianza di Claudio Forti, Trento.

giovedì 19 marzo 2009

Il coitus interruptus della raison libérale


Il Papa impugna la ragione per affermare nello spazio pubblico europeo e mondiale il contenuto e il significato della fede cristiana, una fede che assume alcuni principi liberali del tempo moderno senza sottomettersi alla sua deriva nullista.
Benedetto XVI ha avuto la sapienza di impugnare la ragione occidentale, ovvero il deposito laico del migliore illuminismo cristiano, nel momento in cui il postmodernismo banale delegittima la nozione di verità ed esorcizza la realtà anteponendole una falsa coscienza del soggetto, un'ideologi settaria e, al fondo, estremamente intollerante.

Un Papa che, scandalo e follia per il pansessualismo del neopaganesimo contemporaneo, crede nell'educazione, nella sobrietà dei costumi, in una sessualità umana orientata alla costruzione di significati vitali e non alla distruzione dell'amore nella caricatura del piacere, in una "sessualità-genitalità" spregiudicata e avalutativa.

Il preservativo è solo il viatico della promiscuità sessuale di massa alla quale risale la responsabilità del contagio.

Un dato recentemente ufficializzato dalla BBC: a Washington D.C. il tasso di infezione da HIV è pari a quello dell'Uganda (il 3% della popolazione sopra i 12 anni).

Insomma, se il Papa non va "all'Uganda", l'Uganda è già a Washington.


Pensieri tratti da un editoriale de "Il Foglio", 19 Marzo 2009, a firma di G. Ferrara.

Il Papa, l'Aids e il preservativo

Per preservarsi dalle banalità.

martedì 17 marzo 2009

Liberalismo

Secondo padre [Cornelio] Fabro il nemico principale di Dio non è tanto il materialismo quanto il laicismo liberale, come la tiepidezza è più pericolosa di un solo peccato mortale riparato. Infatti il laicismo - pur non bestemmiando apertamente come il marxismo - è indifferente, insensibile al problema di Dio, pensa ad altro: non è contro ma è senza Dio. Il laicismo esprime la tendenza orizzontale opposta alla trascendenza, è un immanentismo assoluto; il marxismo è un liberalismo putrefatto, un cadavere in decomposizione, che nuoce solo se vi si avvicina troppo: esso è la conseguenza logica dell'istanza nichilistica del liberalismo. Il marxismo (...), essendo contro Dio, non è nichilistico nella sua essenza, come invece lo è il liberalismo indifferente, relativista e latitudinarista o immanentista. Il marxismo combatte Dio, ma lo rimpiazza con la società dell'Avvenire; il liberalismo, al contrario, lo ignora e - negandolo implicitamente - lascia il vuoto o il nulla al posto dell'Essere sussistente (nichilismo). "Per giungere all'ateismo di Stato comunista - secondo Fabro - è necessario prima porre e affermare l'immanenza (liberalismo) e solo poi si può negare la trascendenza (marxismo); così il comunismo ha bisogno del liberalismo laicista per poter negare Dio personale e trascendente. Il principio d'immanenza, dunque, è fondamentale, poiché solo assolutizzando l'immanenza (negandone i limiti e le deficienze), posso negare implicitamente la trascendenza; l'immanentismo, implicitamente nichilista, è la fonte e l'origine dell' ateismo esplicito".

Da Curzio Nitoglia, Nel mare del nulla. Metafisica e nichilismo alla prova della post-modernità, Società Editrice Barbarossa, Milano 2004, pp. 49-50.

lunedì 16 marzo 2009

Educazione laica


Charles de Foucauld, quando ricordava la sua adolescenza, sottolineava con rammarico l'atteggiamento dei suoi educatori e diceva: "Mi hanno fatto del male, perché erano neutrali".

domenica 15 marzo 2009

Tautologia

Funzione propria della tautologia è suggerire sommessamente l’improponibilità delle dottrine relativiste.

Da qui.

sabato 14 marzo 2009

Kant è morto. Il moderno in olocausto sull'altare di De Sade.


Il moderno é caratterizzato, dopo la "cesura galileiana", dallo scientismo tecnologico, che ha tre elementi:


1) la matematicizzazione-sperimentalizzazione della conoscenza, ossia il fisicalismo epistemologico;

2) l’uso dominativo, cioè appunto tecnologico, della conoscenza matematica-sperimentale della natura (giacché le scienze naturali, fisiche e matematiche possono avere anche altri usi: si pensi all’interpretazione matematica del mondo nel pitagorismo e – in parte- nel platonismo, orientata ad una finalità squisitamente sapienziale);

3) l’ organizzazione industriale del dominio sulla natura, realizzazione pratica della deriva del dominante pensiero nichilista aggressivo.


Questo nucleo, triplice nella struttura, è semplice nell’idea, perché si riassume nell’idea-forza della manipolabilità integrale dell’essere da parte dell’uomo.


Dal punto di vista religioso, morale e giuridico, ma direi generalmente umano, le conseguenze sono d’importanza capitale: nel moderno cade il significato teo-morfico e antropo-morfico dell’essere, cadono le essenze, cade la normatività della natura, cade il soggetto sapienziale e l’organizzazione giuridica ad esso relativa, cade la pensabilità (comunque la conoscibilità) non solo di Dio, ma anche dell’uomo come persona, coscienza, spirito, e perfino a rigore come psicologia e biologia.

Questo mondo non è più antropomorfico, e tuttavia antropocentrico; il mondo dell’uomo non più creatura, ma creatore. Il mondo moderno è un mondo del null’altro che, un mondo nichilista che non sa fondare giudizi di valore e dare un senso vero alla vita dell’uomo.

All’assioma dell’illuminista liberale Kant “considera l’altro come fine e mai come mezzo” (trascrizione in chiave laica della rivelazione cristiana dell'“ ama il prossimo tuo come te stesso”), si contrappone oggi la digrignante freddura del nichilista libertino De Sade: “considera l’altro come mezzo e mai come fine”.

venerdì 13 marzo 2009

Che cos'è l'Eucaristia (2)

Noi ci troviamo di fronte a quest'alternativa: o i contemplativi, e in generale i santi, sono degli allucinati e dei maniaci; oppure sono gli uomini senza fede i pazzi che credono solo a se stessi e alle loro idee. I primi hanno il buon senso di pensare che ci sia qualcosa fuori della piccola cerchia delle loro impressioni sensoriali e del limite ristretto della loro ragione, i secondi no. I primi credono di sapere qualche cosa, i secondi credono di sapere tutto. Noi preferiamo decisamente i primi.
Ma se le anime di fede grande possono veramente scorgere attraverso le apparenze di una materia visibile una Realtà invisibile, bisogna concludere che questa Realtà è qualcosa di immensamente bello e grande. Infatti, la loro visione si dimostra così assorbente da far dimenticare loro quasi tutto il resto. Queste anime passano ore intere in umile contemplazione, come soggiogate, come avvinte dalla Realtà che contemplano e che non si stancano di contemplare ogni giorno, approfittando dei tempi liberi che possono sottrarre alle occupazioni imposte loro dal dovere. In questi tempi liberi, dice sant'Ambrogio, "perché non visiti il Cristo, trattenendoti con Lui in muta contemplazione o in dolci colloqui?".

Sac. Eugenio Bernardi, Il dono ineffabile, Cantagalli. Corsivo mio.

giovedì 12 marzo 2009

Neoterici tremate


mercoledì 11 marzo 2009

Uguaglianza

Il mito moderno di un’uguaglianza assoluta di mezzi e opportunità ha potuto sorgere, e continua a prosperare, solo in un clima spirituale che ha epocato radicalmente il concetto di Provvidenza.

martedì 10 marzo 2009

Il progresso da lontano


Mi è sempre piaciuto, questo pezzo dei Tiromancino. Uno dei pochi esempi, tra l’altro, di ‘spoken word’ in italiano. Dal disco In continuo movimento (2002).


Ho provato ad immaginare il progresso
Come una grande anima malata
Una enorme concatenazione di cause ed effetti
Grandi numeri e probabilità infinitesimali

Come certe albe di Roma
La cui luce elenca piano gli alberi
Così la linea del progresso si espande
Trasformando i colori delle cose in uno solo
Il bianco

Ho provato ad immaginare il progresso
Come masse di uomini che si spostano
Rincorrendo equilibri impossibili
Mescolando il colore di una bandiera
Con il rumore elettrico di un fast food
Io confondo il bene con i beni
E mi disperdo la coscienza in sensi unici

RIT: Guarderò il progresso da lontano
Per esserne affascinato e non coinvolto fino in fondo
Non vedo un altro modo per salvare l’entusiasmo
In questo mondo

Dove ognuno tende ad inseguire
Solo l’ideale di se stesso
Moltiplicando il senso del potere
Ricercando il compromesso


Eppure noi viviamo nel progresso
Lo utilizziamo per ascoltarci
Per accomodarci, per salvare l’entusiasmo
E lo fraintendiamo con la cultura dell’immagine
Del corpo, dell’apparenza

Ne occupiamo le frequenze,
e ci serviamo di certe sue estensioni
fino a rimanerne abbronzati
perchè può sostituire anche la luce del sole
e la ricerca di un Dio

Così, d’istinto, cerchiamo protezione
E poniamo distanze tra l’ieale di noi stessi
E tutto il diverso
Moltiplicando il senso del potere,
ricercando il compromesso.

RIT: Guarderò il progresso da lontano
Per esserne affascinato e non coinvolto fino in fondo
Non vedo un altro modo per salvare l’entusiasmo
In questo mondo

Dove ognuno tende ad inseguire
Solo l’ideale di se stesso
Moltiplicando il senso del potere
Ricercando il compromesso

Mi piace immaginare un altro punto dell’universo
Opposto al nostro
Dove un uomo divaga sul progresso del suo mondo
Da una finestra ricavata
In mezzo a una metropoli.

lunedì 9 marzo 2009

Imitatio Christi

“Il Maestro [Nostro Signore Gesù Cristo, ndr], con il Suo esempio, il Suo linguaggio, la Sua espressività, il Suo comportamento, e, oserei dire, con la Sua profonda ‘arte retorica’, irradia dal centro dell’arco che abbraccia tutta la vastità universale di variazioni di personalità, di temperamenti e di culture a cui proprio Lui ha dato vita, il Modello esemplare di risposta della creatura intelligente alle temperie della vita: forte per i melanconici, affettuoso per i freddi, calmo per i passionali, dolce per gli irruenti, e così via”.

Enrico Maria Radaelli, Ingresso alla bellezza, Fede & Cultura.

domenica 8 marzo 2009

Che cos'è l'Eucaristia (1)

Quando San Filippo Neri celebrava la Santa Messa faceva di tutto per distrarsi, perché altrimenti si sarebbe sentito rapire in un’estasi d’amore che gli avrebbe fatto perdere i sensi. Questa eccentricità scandalizzava alcuni che non capivano come, durante un atto così santo, ci si potesse voltare attorno e magari scambiare qualche parola con i vicini. Ma per Filippo quel contegno che agli altri appariva strano diventava una necessità, perché si sentiva impazzire d’amore.

Sac. Eugenio Bernardi, Il dono ineffabile, Cantagalli. Corsivi miei.

sabato 7 marzo 2009

Tutto si tiene

Un uomo all’apparenza trentacinquenne, in una libreria, è impegnato in una conversazione telefonica con quello che si desume essere un intimo amico. Pare stia esponendo al suo confidente una serie di difficoltà nei rapporti di lavoro. “Sai qual è il mio problema? Il mio problema è che ho ricevuto un’educazione cattolica. In un mondo come il nostro sono fregato in partenza”.

Una giovane universitaria, sul treno, disquisisce animatamente con un’amica di Chiesa e di preti. “Pensa che una volta, da piccola, andavo persino a Messa. Addirittura pregavo! Poi per fortuna sono guarita”.

Un ultratrentenne, convivente con una ragazza da cui non ha finora avuto figli, conversa con un amico più giovane. A un certo punto, con naturalezza, dice: “Se mi nascesse un figlio gravemente menomato, ad esempio paralizzato, lo ucciderei alla nascita”.

venerdì 6 marzo 2009

Destino dei contemporanei


L'uomo che non accetta di essere relativamente libero sarà assolutamente schiavo.

Gustave Thibon

giovedì 5 marzo 2009

L'esprit de la Chrétienté

Ce n’est pas seulement pour l’honneur de la création ou pour obéir à une nécessité intrinsèque que le monde se doit d’être pénétré de lumière divine, ce n’est pas seulement pour notre consolation et notre joie; ce n’est pas pour notre honneur à nous, c’est pour l’honneur de Dieu. C’est pour que la Royauté universelle de Jésus-Christ soit reconnue et qu’elle s’étende sans limite. Il ne faut pas dérober à la très sainte Royauté du Fils de Dieu quoi que ce soit du domaine créé, car tout lui appartient, tout vient de lui, tout monte vers lui. Le plus haut devoir de charité qui soit dévolu à l’homme chrétien est de rassembler toutes choses sous l’égide du Christ-Roi: les âmes, les institutions et les mœurs. En cette entière et joyeuse soumission culmine l’esprit de la chrétienté.

Dom Gérard, Demain la Chrétienté, 1986

mercoledì 4 marzo 2009

Exergum

Vivere nel presente, riposare nel presente, equivale a contemplare un ordine oggettivo.
Senza un ordine, almeno intravisto o presagito, non vi è che rincorsa o rimpianto.