Noi ci troviamo di fronte a quest'alternativa: o i contemplativi, e in generale i santi, sono degli allucinati e dei maniaci; oppure sono gli uomini senza fede i pazzi che credono solo a se stessi e alle loro idee. I primi hanno il buon senso di pensare che ci sia qualcosa fuori della piccola cerchia delle loro impressioni sensoriali e del limite ristretto della loro ragione, i secondi no. I primi credono di sapere qualche cosa, i secondi credono di sapere tutto. Noi preferiamo decisamente i primi.
Ma se le anime di fede grande possono veramente scorgere attraverso le apparenze di una materia visibile una Realtà invisibile, bisogna concludere che questa Realtà è qualcosa di immensamente bello e grande. Infatti, la loro visione si dimostra così assorbente da far dimenticare loro quasi tutto il resto. Queste anime passano ore intere in umile contemplazione, come soggiogate, come avvinte dalla Realtà che contemplano e che non si stancano di contemplare ogni giorno, approfittando dei tempi liberi che possono sottrarre alle occupazioni imposte loro dal dovere. In questi tempi liberi, dice sant'Ambrogio, "perché non visiti il Cristo, trattenendoti con Lui in muta contemplazione o in dolci colloqui?".
Sac. Eugenio Bernardi, Il dono ineffabile, Cantagalli. Corsivo mio.
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