giovedì 17 settembre 2009

Padre Cornelio Fabro, C. S. S.


Cornelio Fabro, nei misteriosi disegni di Dio sarebbe divenuto sacerdote nella Congregazione delle Sacre Stimmate(C.S.S.), filosofo e teologo.
Appassionato linguista (tradusse e curò personalmente testi di Kierkegaard dal danese, Hegel, Feuerbach e Marx dagli originali in tedesco), chiarissimo docente in diversi Atenei in Italia e nel mondo, organista, da molti ritenuto il tomista più illustre del Novecento.
Il tutto senza mai perder quell'ardore pastorale che lo portava a frequentare assiduamente la gente della sua piccola parrocchia al Flaminio e a giocare a calcetto, nel cortile dell'oratorio, coi ragazzi del quartiere.

"P. Cornelio Fabro nacque il 24 agosto 1911 (all’ottavo mese di gravidanza) a Flumignano, paesello lontano 18 chilometri da Udine. Fino al quinto anno fu affetto da impotenza motoria, che gli impedì di parlare e camminare. Si esprimeva a segni, perché sebbene non potesse parlare, riusciva a capire. Ad aggravare il suo stato si aggiunse una tremenda anoressia con rifiuto del cibo e pianto continuo. Riusciti vani tutti i tentativi di cura, il p. Guardiano dei Cappuccini ebbe l’ispirazione di inviarlo al Santuario della Madonna delle Grazie in Udine. Appena la madre con slancio di fede posò il figlioletto sull’altare della Vergine, il bambino smise di piangere e fece un ampio sorriso.
Era guarito.
Seguirono gli spaventi e le privazioni della prima guerra mondiale. A quattro anni non ancora compiuti è colto da tifo nero e giunge agli estremi.
Provvidenzialmente arriva in paese una compagnia di artiglieri con il medico, il quale prepara un infuso e glielo applica. Al mattino "il malatino" è sfebbrato e fuori pericolo.
Nell’estate del 1915 è colpito da una dolorosissima mastoidite. Verrà operato nell’ospedale di Udine, dove rimarrà degente fino alla primavera del 1916. Impossibilitato a frequentare le elementari, apprende i primi elementi, stando a casa, dal fratello maggiore. Solo in terza riesce ad andare regolarmente alla scuola del paese. Per frequentare la quarta deve portarsi a piedi quotidianamente a Talmassons, e riesce a primeggiare su tutti i suoi compagni."

Cornelio Fabro, maestro ed amico, Nello Dalle Vedove, C.S.S.


mercoledì 9 settembre 2009

Premiato Bagno Kabul ( già Bagno Maria )


Sembra quasi di sentirle, ancora rabbiose, ancora piene di voglia di riscatto, sfilare per le strade sotto le mie finestre:

....Io sono mia!
...Fuori il Vaticano dalle nostre mutande!
...Una donna ha bisogno di un uomo come un pesce di una bicicletta!

...L'utero è mio e lo gestisco io!

...O prete, chiuditi la bocca: il corpo delle donne non si tocca!
....Mai più nessuna legge, nessun compromesso sulla nostra pelle!
....laicità, autodeterminazione, antifascismo, liberazione, cittadinanza!!!!!

Ma poi, sotto le finestre, solo il porfido rovente del lastricato, e un bimbo che s'affanna a recuperare la palla lanciata ad un compagno di giochi, troppo provato dal sole di fine agosto per rialzarsi dal suo spicchio d'ombra..

Ma dove saranno, penso io.. dove mai saranno le vestali del femminismo made in the '70ies.. dove le vessillifere di tali nobili ideali?..
A quale nuovo progetto stanno lavorando, quale nuova battaglia, quale nuova conquista hanno nel mirino?
Ecco che Repubblica, sempre molto attenta alle nuove battaglie del "Girl Power" (Miriam Mafai è pur sempre una girl ), dà voce ad un nuovo fronte di lotta per l'emancipazione della donna: il burkini.

Eh già.. vuoi mettere?!

"Bagno con il burqini per contestare l'ordinanza del sindaco di Varallo Sesia, Gianluca Buonanno, parlamentare della Lega, che vieta l'uso del costume tutt'uno con il burqa, indossato nelle donne musulmane in piscine e fiumi. Protagoniste dell'iniziativa due esponenti del Pd, la senatrice Magda Negri e Sara Paladini, che si sono immerse nel Sesia, accompagnate da altri esponenti del Pd, tra cui l'assessore torinese Roberto Tricarico."

Però!
Senatrici, esponenti provinciali, assessori.. per il burkini!

Perchè, da oggi, dopo "mignottopoli", dopo la RU486 al McDrive dei consultori..: burkini è libertà!


Mica come da noi... nel lontano 1989 (avevo 5 anni..)..quando in colonia estiva a Cesenatico (la Giovanni XXIII), le suore facevano il bagno "a'mmare" con noi piccoletti..

Nel 1989, non 2009..
Delle suore canossiane, non certo delle liberal di sinistra...
In costume da bagno "civile", senza velo... non in uno scafandro modello "Gennaio a Kabul"...

Ma si sa.. la Chiesa si ostina a rifiutare il progresso...non capisce.. non sta al passo coi tempi..

giovedì 9 luglio 2009

Toniolo


"...l'ammaestramento fornito di urgente necessità pratica: - che cioè è indispensabile essere cristiani in tutta la pienezza della parola, senza reticenze, ambagi, transazioni, per essere uomini adatti al compito immenso di questo tempo di lotta e di rinnovamento sociale; che, per il connubio inscindibile del sovrannaturale colla natura, noi non ci sentiamo mai tanto uomini, quanto allora che siamo completamente cristiani; che non diventiamo mai così operosi e vittoriosi cittadini di questa terra, che quando siamo fedeli contemplatori del cielo; e che infine nessuna società arriva a perfezione civile, se non in quanto si immedesimi colla civiltà cristiana e colla missione divina della Chiesa quaggiù".

Giuseppe Toniolo

venerdì 26 giugno 2009

Cum gloriosis Martyribus qui Tibi a saeculo placuerunt


In una Ekklēsía che pretende di amare il mondo e l'umanità più di quanto non l'amó il Suo Fondatore...
...in cui l'antropologia prende il posto della Metafisica;
...dove in Cattedra salgono Kant, Hegel e Heidegger;
...dove la Rivelazione e l'Alleanza cedono il passo all'Io e all'esperienza magistra vitae;
...dove le scienze umane, naturali e psicologiche snobbano la Grazia, la Dextera Domini quae facit Virtutem;
...dove l'omologazione ecumenica (inclusiva anche dei non-credenti, libertini, nichlisti..) diviene inevitabilmente confuso relativismo etico;

....coloro che si distinguono semplicemente per voler rimanere fedeli a se stessi, "peccano" di protagonismo, di "neofarisaismo" (sic!) e sono condannati ad apparire autoritari, "ultraconservatori", "fondamentalisti" quando sostengono con forza le proprie ragioni.

mercoledì 24 giugno 2009

Panini, bibbite, bloody mary, pizzette, ostie, venghino siòri venghino!



Ora sì che i Cattolici.. ma che dico i Cattolici, TUTTI i Cristiani di tutti i Cristi possibili immaginabili del globo terracqueo ed oltre HANNO FINALMENTE CAPITO.

Non la profezia di Isaia, non più nemmeno le parole del Cristo vivo, non più la rivelazione Evangelica sulle sponde del Fiume Giordano..e nemmeno più lo Spirito negli Atti degli Apostoli e negli scritti di Pietro, Paolo e Giovanni.. non più più San Tommaso D'Aquino che in uno dei suoi testi meditava e pregava: "me immundus munda Tuo Sanguine, cuius una stilla salvum facere totum mundum quit ab omni scelere.."..e dunque nemmeno più S. Paolo Danei della Croce, santo fondatore dei Padri Passionisti cui alla Pontificia Università Gregoriana é riservata la Cattedra Sapientia Crucis.

Sabato Santo, A. D. 2009

Robert Zollitsch, Arcivescovo di Friburgo, presidente della Conferenza Episcopale tedesca, rilascia, durante un'intervista televisiva, una dichiarazione BOMBA.

Giornalista:
"Ieri era Venerdí Santo, il giorno in cui Gesù fu crocifisso e, secondo la tradizione teologica, morí per i peccati degli uomini. Questa antica interpretazione é ancora attuale?"

Zollitsch:
"Questa questione é oggi molto dibattuta. Non é morto a causa dei peccati degli uomini, perché Dio volesse sacrificare un "capro espiatorio"; Egli ha piuttosto voluto solidarizzare fino in fondo con noi uomini, con la nostra natura umana e col nostro dolore e la nostra morte, e ci ha dimostrato come ogni dolore, ogni sofferenza di noi uomini vengano accolti da Dio alla nostra morte, e vengano da Lui trasformati in Suo Figlio, Gesù Cristo.
DAS IST FÜR MICH DIESE GROSSE PERSPEKTIVE, questa é per me una grande prospettiva, questa "terribile" solidarietà, che si spinge al punto tale che tutta la sofferenza che io provo.. e persino quando mi soffermo a meditare sul lato oscuro del significato del dolore e della morte.. allora diviene per me "das Entscheidende", la cosa decisiva che tutto questo é già stato, con me e per me, portato da Gesù Cristo, che é stato innalzato con Lui, che Lui mi guida e sostiene con la Sua luce nel cammino.. Ecco, é proprio in quei momenti che non sono solo: lì con me c'é Dio.
E questo é lo straordinario messaggio del Venerdì Santo."

Giornalista:
"Quindi Lei, non la formulerebbe più così, diciamo, che Dio ha inviato e sacrificato il Suo unico Figlio perchè noi uomini eravamo nel peccato?.."

Zollitsch:
"No.
Ha lasciato a noi il Suo unico Figlio a riprova della Sua solidarietà con noi, fino all'ultimo nostro momento, fino alla morte, per dimostrarci quanto noi siamo preziosi per Lui.. per testimoniarci che é con noi in ogni situazione..."



Orbene.
Lasciando che questa cricca di teosofi si masturbi al pensiero della "terribile solidarietà", ci domandiamo e chiediamo:
Mons. Williamson ha sopportato su di sè gli strali dell'opinione pubblica mondiale (Iran e qualche cantone svizzero escluso..) e la severa condanna della Santa Sede per alcune (detestabili) opinioni personali relative a vicende storiche..
Sua Santità si affrettò a dichiarare che un Vescovo parla con autorità solo in materia di Fede.

Ora invece, abbiamo un Vescovo che pubblicamente nega, e nega con un "NO" tanto secco, deciso e sferzante, una Somma Verità della Chiesa, indiscussa perfino dai protestanti afroamericani de "Oh happy day (x4).. when Jesus washed(x4)... He washed my sins away.. oh happy day..."..
E nemmeno lo nega proponendo un "penso personalmente che.." (che già sarebbe grave..) Ma lo nega senza possibilità di appello.
"Nein". È così, e basta. Per duemila anni, abbiamo scherzato.
Adesso, c'é una nuova, grande, grandiosa prospettiva!
Venghino, siòri, venghino!

E la Santa Sede?
Sarà forse colpa dell'afosa, calda estate romana.. ma ancora non s'é mossa foglia.
Quale sarà la compatibilità della vita sacramentale con la nuova prospettiva? Perché battezzarmi, confessarmi, partecipare alla S. Messa.. pregare..il Rosario.. i digiuni.. Perché?

Se é solo "per solidarietà", francamente, non mi interessa.
Se é solo "per solidarietà, caro Robert, allora é una presa in giro colossale.
È la solidarietà di chi ti fa nascere, ti fa soffrire, morire.. e ti prende persino in giro! Una pacca sulle spalle e "ti sono solidale".

Se invece é ( come in verità é, che piaccia o no a Roby) per Elezione e Redenzione, per Missione e Santificazione, allora la Vita é tutta da consacrare al Cristo della Croce.

eh... mala tempora currunt.. E Zollitsch, é un maratoneta ben inserito nella corsa.

lunedì 22 giugno 2009

A volte ritornano (2)

La notizia è di quelle che fanno gioire ogni cattolico preoccupato di "custodire la propria intelligenza a una temperatura indipendente dalla società in cui vive": la casa editrice veronese Fede & Cultura ristamperà a breve il capolavoro indiscusso del Servo di Dio Tomas Tyn (1950-1990), Metafisica della sostanza. Partecipazione e analogia entis. Il libro, pubblicato originariamente nel 1991 dalle Edizioni Studio Domenicano, è attualmente esaurito. Ma la sana philosophia non muore mai: è perennis.

venerdì 19 giugno 2009

Un libro fondamentale


Finalmente un teologo di vaglia pone le domande fondamentali sul Concilio Vaticano II: il libro Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, di Monsignor Brunero Gherardini può essere richiesto scrivendo a CASA MARIANA EDITRICE, Via dell'Immacolata, 83040 Frigento (Av) telefonando o inviando un fax allo 0825.444015 - 444391 oppure rivolgendosi alla Chiesa Maria SS. Annunziata, Via Lungo Tevere Vaticano, 1 - 000193 Roma. Tel. 06.6892614 (apertura: 9.00 – 12.00; 16.00-20.00) . Tutti i libri di "Casa Mariana Editrice" non hanno un prezzo commerciale ma vengono ripagati con un'offerta a secondo della disponibilità e bontà dei lettori.

mercoledì 3 giugno 2009

martedì 12 maggio 2009

Un Tedesco e Il Muro



Ai piedi del Muro,

madido resta l’asfalto..

I cuori covano lutti;

fa amaramente freddo.


Tutt’intorno al Muro

si riflette la luna.

Le case sono in lutto,

cadute in rovina.


Al di qua,

al di là del Muro,

resta una legge:

tracce di lutto

mieton tempesta.


Le ombre del Muro,

e un uomo, muto.

Scritte che gridano il lutto

sulle forti fondamenta.


Ai piedi del Muro

attende la morte, con impazienza.

Segni di lutto.

Mimica dell’umana miseria.

[...]


Marcel Hermann, Berlin 1986

(trad. dal tedesco di A. Giovanardi)

mercoledì 6 maggio 2009

Bella premunt hostilia.

Altro esaltante episodio della tragicommedia ispirata alla democrazia liberale di matrice e ispirazione zapateriana Sic transit stercus mundi :




Argentina, 17 Agosto 2008.

Immagini dalla manifestazione per l'incontro annuale femminista e pro-aborto; ogni anno, tale manifestazione si concludeva con la "presa" della Cattedrale locale.
Nel 2008, invece, le manifestanti per la pace, la tolleranza e i diritti civili, al termine del corteo hanno trovato, sul sagrato della Cattedrale di Neuquén un gruppo di giovani in preghiera, intenzionati ad impedire, con la loro presenza e la recita del Rosario, che la Cattedrale venisse profanata.

Risultato? Urla, sputi, insulti, bestemmie, lancio di oggetti, atti vandalici e volgarità di ogni sorta contro quel gruppo di ragazzi e ragazze raccolti sobriamente in preghiera.

La parte comica della tragicommedia sono indubbiamente le dichiarazioni delle organizzatrici durante l' intervista, sconfessate prontamente dalle immagini del servizio:

Così un'organizzatrice:
"Donne che si son presentate in maniera diversa, truccate, mascherate, con canti, documenti, bandiere" (..neanche stesse parlando del Carnevale di Rio..)- prontamente il giornalista ribatte sarcastico: "ma non é che fossero pure un po' aggressive? Contro monumenti, se vogliamo, dal valore storico come la Cattedrale?"-
Risposta: " Non ne so nulla.. Pero, bueno..Fa parte comunque delle distinte maniere espressive che abbiamo noi donne"..

La seconda organizzatrice, interpellata, afferma: "Noi non siamo nessuno per stabilire se quel che é stato fatto sia "bene o male".. Il nostro compito come organizzatrici é assicurare che las compañeras possano esprimersi in modo pieno, democratico e pacifico.."
-seguono immagini di ragazze che lanciano oggetti contro persone di fronte ad una chiesa...-

Dopo una serie di immagini shock, la nostra beniamina continua il delirio:
"Come commissione organizzatrice possiamo garantire che non vi é stato alcun eccesso che possa aver messo in pericolo l'integrità fisica di chicchessia.."
Un'altra "donna" (almeno, deduco che lo sia..) sente il bisogno di rilanciare: "Abbiamo lasciato le strade totalmente pulite!"

Ah beh... allora! Son state più civili delle "nostre", che a Bologna colpirono Giuliano Ferrara con le uova, sporcando inevitabilmente il muro retrostante.

giovedì 30 aprile 2009

Il ritorno di Iota unum


Ne abbiamo già parlato più volte, ma ripetersi non nuoce. Iota unum, il grande capolavoro del filosofo italo-svizzero Romano Amerio, is back. Sarà disponibile tra quindici giorni nelle librerie, ma si può già richiederlo alla casa editrice Fede & Cultura che ne ha curato la ristampa. Possiedo il volume e devo dire che, pur non disconoscendo l'eleganza della vecchia edizione Ricciardi, questa nuova veste editoriale si presenta in modo egregio ed è certamente più maneggevole. Contributi introduttivi di mons. Luigi Negri, di don Divo Barsotti e di p. Giovanni Cavalcoli.

Auguro una buona lettura (o rilettura) a tutti con una bella citazione tratta dal paragafo 90:

"Il cattolicismo rifiuta ogni dipendenza di uomo da uomo. La dipendenza che professa è quella dell'uomo dalla propria essenza, quella insomma che esclude il principio di creatività. Essendo le essenze, come tali, forme divine increate e, come esistenze, partecipazioni di quelle, uscite all'atto per creazione, questa dipendenza è ultimamente una dipendenza dall'Essere primo. L'uomo che si fa consapevole di questa dipendenza e la assume, fa un atto di obbedienza morale all'essere divino".

lunedì 27 aprile 2009

100 anni sprecati

Domanda di Piergiorgio Odifreddi: Crede in Dio? Risposta di Rita Levi Montalcini: Sono atea. Non so cosa si intende per credere in Dio.

domenica 19 aprile 2009

Femmes savantes

La donna "intellettuale" fa l'errore di prendere sul serio gli argomenti seri che sono il gioco degli uomini.

martedì 14 aprile 2009

Progresso, crescita e abbondanza.


Sono le nostre società industriali e productivistes, contrariamente a certe società primitive, ad essere dominate dalla "rarità", dall'ossessione per la rarità caratteristica dell'economia di mercato.

Più si produce, più si accentua l'allontanamento irrimediabile dal termine finale, ossia l'abbondanza - definita come l'equilibrio della produzione umana e delle finalità umane.

Dato che in una société de croissance ad essere soddisfatti sono i bisogni stessi dell'ordine di produzione, sempre maggiormente soddisfatti a misura della crescita/aumento della produttività, e NON invece i bisogni dell'uomo, sulla misconoscenza dei quali si basa al contrario tutto il sistema, risulta chiaro che l'abbondanza regredisce indefinitamente.


Erano invece i popoli dei "cacciatori-raccoglitori" ( ossìa le tribù nomadi primitive ) a conoscere la vera abbondanza malgrado la loro "povertà" assoluta.
I primitivi non possedevano nulla in proprio, non erano ossessionati dai loro oggetti, che gettavano a seconda delle necessità, per potersi meglio spostare di volta in volta, seguendo i ritmi del tempo, il mutare delle stagioni e le migrazioni della cacciagione.

Non conoscevano alcuno strumento di produzione nè di lavoro: cacciavano e raccoglievano "a piacere", si potrebbe dire, e mettevano il tutto in condivisione tra loro.

La loro prodigalité era totale: consumavano tutto subito, senza calcolo economico, senza razionare le risorse.

Il "cacciatore-raccoglitore" non ha nulla dell' Homo Oeconomicus d'invenzione borghese; non varca mai il limite delle energie umane, delle risorse naturali e delle possibilità economiche effettive.
Dorme abbondantemente, confida nella ricchezza delle risorse naturali, mentre il nostro sistema é contraddistinto dal désespoir di fronte all'insufficienza dei mezzi umani, da una angoscia radicale e catastrofica che é l'effetto profondo dell'economia di mercato e della concorrenza generalizzata.

L' imprevidenza e la prodigalità collettive, caratteristiche delle società primitive, sono il segno dell'abbondanza reale.

A noi, non rimangono che i segni, che l'illusione dell'abbondanza.



Da Jean Baudrillard, La société de consommation, 1970.

sabato 11 aprile 2009

Sant'Agostino ci parla di mons. Léfebvre?


Spesso la divina Provvidenza permette anche che, a causa di alcune rivolte troppo turbolente dei carnali, gli uomini buoni siano espulsi dalla comunità cristiana. Ora essi, se sopporteranno pazientemente l’ingiusto affronto per la pace della Chiesa, senza cercare di dar vita a qualche nuovo scisma o eresia, con ciò insegneranno a tutti con quanta autentica disponibilità e con quanta sincera carità si deve servire Dio. È loro intenzione infatti ritornare, una volta cessata la tempesta; oppure – se ciò non è loro concesso sia per il perdurare della tempesta sia per il timore che, con il loro ritorno, ne sorga una simile o più furiosa – non abbandonano la volontà di aiutare coloro che, con i loro fermenti e disordini, ne provocarono l’allontanamento, difendendo fino alla morte, senza ricorrere a segrete conventicole e mediante la loro testimonianza, quella fede che sanno proclamata dalla Chiesa cattolica. Il Padre, che vede nel segreto, nel segreto li premia. Questo caso sembra raro; gli esempi però non mancano, anzi sono più numerosi di quanto si possa credere. Così la divina Provvidenza si serve di ogni genere di uomini e di esempi per guarire le anime e formare spiritualmente il popolo.

Sant’Agostino, De vera religione, 6, 11.

venerdì 3 aprile 2009

Finalismo e scienza

A detta di alcuni scienziati, nella natura non esisterebbero cause finali. Esse, infatti, non sarebbero altro che proiezioni della mente umana: assenti, come tali, dal meccanismo effettivo dell’universo, retto da cieche concatenazioni causali.

Com’è noto, quegli stessi scienziati concepiscono l’uomo come una parte o frammento della natura; frammento, dunque, integralmente risolvibile ed esauribile in essa. L’essere umano sarebbe, così, null’altro che un composto materiale governato da leggi, alla stregua di un sasso o di una pianta estremamente complessi e raffinati. Il determinismo causale che lo condiziona sarebbe il medesimo che condiziona il moto di un pianeta o il volo di un gabbiano, riducendosi il “libero arbitrio” alla mera libertas a coactione.

Questa concezione – non “scientifica”, ma inavvertitamente metafisica – della natura e dell’uomo circola almeno dai tempi di Hobbes, ed è oggi incredibilmente diffusa anche a livello popolare. In essa, però, spicca una contraddizione ineludibile e tale da invalidare l’intera prospettiva.

L’uomo è solo un “pezzo” della natura; di quella stessa natura nella quale non sarebbe dato reperire alcun finalismo. Ma la natura-uomo, come persino uno scienziato riduzionista dovrebbe poter riconoscere, svolge ogni sua operazione sulla base di un fine. Indosso un maglione per difendermi dal freddo; muovo le dita sulla tastiera affinché compaiano le parole sullo schermo; leggo un libro perché voglio imparare.

Siamo così di fronte a un evidente paradosso: nella natura non esisterebbero cause finali, ma una parte della natura (l’uomo) adempirebbe il proprio “funzionamento” quasi esclusivamente sulla base di esse.

L’incongruenza richiede di essere sanata. Delle due, l’una: o la natura-uomo non svolge le sue operazioni in base a cause finali (fatto smentito dall’evidenza empirica), o l’uomo non è solamente natura.

Ma se l’uomo non è solamente natura, “cade” anche ogni motivo di ritenere che nella natura materiale extra-umana non esistano cause finali. Il fatto che l’uomo non sia solo natura, infatti, implica che esista qualcosa di superiore alla natura; se esiste qualcosa di superiore alla natura, la stessa natura non può che essere subordinata ad esso; ma l’idea stessa di subordinazione implica l’idea di finalizzazione.

È il superiore che “detta le regole”: se esso ravvisa nell’inferiore una finalità, significa che quella finalità esiste davvero. E il discorso non si esaurisce qui.

mercoledì 1 aprile 2009

La Gerusalemme deflorata

Il Giudice Costituzionale e la novella Armida

"Fra melodia sì tenera, fra tante
vaghezze allettatrici e lusinghiere,
va quella coppia, e rigida e costante
se stessa indura a i vezzi del piacere.
[....] Ei nel grembo molle
le posa il capo, e 'l volto attolle,
e i famelici sguardi avidamente
in lei pascendo si consuma e strugge.
[....] In quel punto ei sospirar si sente
profondo sí, che pensi: "Or l'alma fugge
e'n lei trapassa peregrina".[...]
L'uno di servitù, l'altra d'impero
si gloria, ella in se stessa ed egli in lei..."

Anche nel 2009, Rinaldo lascia Gerusalemme al suo tristo destino, per pascersi nel grembo d' Armida.

Rinaldo é oggi il consesso dei Giudici della Corte Costituzionale che non ha mancato d'affondare la legge 40.
Interessante non è solo il tempismo, per cui questa decisione tuona sul ciel sereno del bilancio positivo dell'applicazione di tale norma, recentemente presentato dalla Sottosegretario On. Roccella al Parlamento, a meno di cinque anni dalla sua entrata in vigore.

Interessante é scoprire che la nuova Armida, l'intrepida Suffragetta che ne ha impugnato la validità di fronte al Tar del Lazio non è una donna, in carne ed ossa, non è più una "madre" che fa del proprio utero una Porta Pia ideologica, come eravamo abituati sin dai tempi di Adele Faccio, non é più un essere umano, unione d'un corpo senziente e d'un'anima spirituale, che teatralizza il proprio vissuto sfigurato dal dolore chiedendo pietà "contro una legge illiberale e impietosa".

Armida ha un nome, ma non un volto nè un corpo.
Ha un nome, e una sede.

Armida è la World association of reproductive medicine, una non meglio precisata "associazione" che organizza e rappresenta gli interessi collettivi di molti centri e singoli professionisti che svolgono attività di procreazione medicalmente assistita (come riportato sul sito staminali.aduc.it, giacchè dal sito dell'associazione stessa non si ha modo di apprendere chi siano).
Una associazione attiva in Italia, India, Russia, Israele, Messico..

A sostenere la World Association Reproductive Medicine, anche:

. l' Associazione Luca Coscioni, che conosciamo, anche se per altri motivi, non propriamente legati a gravidanze e maternità ;

. l' Associazione "Madre provetta" sul sito della quale appare un curioso annuncio pubblicitario: "Maternità surrogata - In Russia. Servizi completi. Approccio individuale";

. l' Associazione "Amica Cicogna", che, sempre dal suo sito, implora le coppie di non abbandonare i propri embrioni (sembra una pubblicità progresso dell'ente protezione animali contro l'abbandono del cane in autostrada durante l'esodo estivo..). Ma, come direbbe Corrado, non finisce qui! I motivi per cui secondo questa "Amica Cicogna" gli embrioni non dovrebbero essere abbandonati, sono, se possibile, più surreali dell'appello stesso: NON ABBANDONATE i vostri embrioni perché contengono cellule staminali che potrebbero tornar utili "in caso di necessità" a voi o ai vostri figli (e uno..); NON ABBANDONATE perché potrebbero esser donati all'estero ad una coppia sterile per l'eterologa (..e due); NON ABBANDONATE perché potete anche donarli a Università o a Istituti di Ricerca all'estero (..e tre!).


Chissà da quali nobilissimi motivi sarà stato mosso dunque questo Circolo di Carità a presentare ricorso contro una legge che, come dichiara il Prof. Alberto Gambino nientepocodimenoché a Repubblica.it, "era concepita come uno strumento per porre rimedio a problematiche relative alla capacità di procreare e non invece, come strumento per operare soluzioni eugenetiche. Eliminando il divieto di creare più di tre embrioni e l'obbligo di impianto degli embrioni creati, si produrrà come inevitabile conseguenza la possibilità di selezionare gli embrioni migliori e scartare gli altri."

Grazie a Dio, da Embrione ero già Cattolico.

Gran Torino



Visto ieri, a sbafo, Gran Torino di Clint Eastwood. C'è chi lo ritiene un film "impliciter cattolico". Mah. Quel che è certo, considerati anche i suoi lavori precedenti, è che Clint Eastwood non ha mai conosciuto un prete.
Vedibile, ad ogni modo.

sabato 28 marzo 2009

Ecumenismo


Marzo 2009, stazione dei treni di Wittemberg.

Frenesìa di un mattino uggioso come tanti, tra luci al neon, annunci degli altoparlanti, odori di fritto e di plastica bruciata, scalpiccìo di pendolari nascosti dietro le prime pagine dei giornali e dispersi tra pensieri che ne annuvolano e mascherano il volto, sciogliendoli ad uno ad uno in una caotica messinscena di sole comparse.

Due figure, raggianti e serene, rompono quel grigio turbinìo: Agostino e Martin.

Strade diverse portano i due giovani a Wittemberg, per quel viaggio che li condurrà a località baciate dal sole, sul Mediterraneo.
Così come diverse sono le loro storie, le motivazioni e le loro aspettative..
Loro, ci sono.
Sul palcoscenico di quella stazione, affollato di passanti comme par hasard, loro, si riconoscono primi attori.
I sorrisi si catturano, l'euforìa del loro "esserci" (e del PERCHÉ di quell'esserci) è grande e magnetica.
Si presentano, frasi di circostanza.. battute, risate, chiacchiere su tutto e su niente.
I due si piacciono da subito.. si avventurano cautamente in discorsi di volta in volta più seri e complessi, sondano una reciproca sintonìa..

Agostino rimane decisamente impressionato dall'argomentare vivace e analitico di Martin.. "C'è stoffa.."- pensa.
Martin parla appassionatamente a quel delizioso interlocutore che scopre in Agostino, che ascolta, medita, ammira..

Ad un certo punto però, Martin guarda l'orologio: deve affrettarsi, tra pochissimo partirà il suo treno per la Costiera Amalfitana. Si alza trafelato, saluta Agostino "é stato un vero piacere!" e si precipita al binario TRE.
Martin, arrivato al TRE, si sofferma un secondo davanti al treno.. Superbo! Di gran classe, vagoni spaziosi, lussuoso, "alta velocità".. E senza esitare, si fionda nella prima carrozza.

Agostino, ancora in sala d'attesa, ripensa a Martin e alla straordinarietà di quei discorsi. Sta per fissarne qualcuno sul suo Moleskine, quando pensa..: "Binario TRE"
E si ricorda di quell'annuncio confuso che ha sentito mentre la mente di Martin straripava di spumose osservazioni...

"C'é stato un cambio!"..Il treno di Martin sarebbe partito dal binario DODICI!

Agostino lascia tutto e si precipita al Binario TRE..

Scorge Martin dal finestrino: si sta mettendo comodo, e scorgendolo, lo saluta con un cenno di mano. È raggiante, entusiasta per il suo treno.. non se lo sarebbe mai aspettato così funzionale, confortevole, esteticamente accattivante e veloce!

Peccato vada a Rostock, cadavere post-sovietico dell'edilizia industriale sul Baltico.

Agostino sta per intimargli di scendere, di correre al binario DODICI.. ma qualcosa lo inibisce dal farlo..
"In fondo, é cosí contento, convinto e orgoglioso.. se glielo dicessi, sarebbe oltremodo spiacevole.. e poi, chissà se, scendendo ora, ce la farebbe a correre con tutti quei bagagli al binario DODICI in tempo per..
E poi, il treno é magnifico.. e il viaggio durerá sicuramente di meno, altro che tutte quelle ore fino ad Amalfi.. e poi, a Rostock parlan la sua stessa lingua.... no, non posso fargli questo, non a Martin.. gli rovinerei la giornata. Son sicuro che di certo anche là troverà qualcosa da fare.. In fondo, der Weg ist das Ziel, il viaggio stesso é la meta!..
..Io intanto cerco di non perdere il mio per le Cinque Terre.."

E Agostino, sorridendo, saluta l'amico mentre il treno, chiusi i portelloni, scivola lentamente nella nebbia del mattino..

"[..]Illae vero Communitates ecclesiales, quae validum Episcopatum et genuinam ac integram substantiam Eucharistici Mysterii non servant, sensu proprio Ecclesiae non sunt.[..]"
S. Em. Rev.ssima Card. Ratzinger,
Declaratio Dominus Jesus - De Iesu Christi atque Ecclesiae Unicitate et Universalitate Salvifica, Roma, a.D. 2000.

giovedì 26 marzo 2009

Modo con cui Amerio commenta un "circiterismo"

"Evidentemente non sempre il pensato precede il detto e perciò non sempre quel che si dice riesce anche pensabile".

Dal paragrafo 91 di Iota unum.

mercoledì 25 marzo 2009

Fedeltà



Le idee fanno paura

a questa società

ma ancora più paura

può far la fedeltà.


La fedeltà a una terra

la fedeltà a un amore

son cose troppo grandi

per chi non le ha nel cuore.



Amici del Vento, Nel suo Nome


martedì 24 marzo 2009

24 marzo, festa di san Simonino di Trento

Cari Amici,
dopo un lungo silenzio riprende l’invio di notizie e aggiornamenti delle attività del Comitato San Simonino. Per prima cosa vorremmo rassicurare tutti gli aderenti al comitato, che l’attività non è stata abbandonata nonostante il periodo di silenzio. Come spesso accade, una volta spenti i riflettori mediatici sul libro Pasque di Sangue anche l’interesse per il Comitato San Simonino è passato un po’ in secondo piano. Questo non vale però per i promotori del comitato, che, non hanno mai pensato di ricercare la via per il ristabilimento del culto tramite la polemica sui mezzi d’informazione.I nemici della Fede per tutto questo periodo non hanno smesso d’infangare il nome di San Simonino; associazioni e istituzioni, cercano di far passare l’equazione San Simonino = antisemitismo (con l’immancabile collegamento al nazismo), tramite articoli di giornale, conferenze e spettacoli.Siamo coscienti che sia un’impresa molto ardua cercare di sensibilizzare le persone “comuni” su un tema come questo, poiché la venerazione del Santo manca da più di quarant’anni dovendo considerare inoltre il periodo di profonda crisi nella chiesa e di conseguenza dei cattolici che stiamo attraversando.Per questo motivo il comitato tende a svolgere la propria attività all’interno di quella comunità cristiana di cui fa parte e che è sicuramente più sensibile e ricettiva al tema. Riteniamo necessario conoscere più profondamente noi stessi, per primi, la vicenda di San Simonino, riscoprirne la venerazione che fino al 1965 era molto sentita dalla popolazione trentina ed in alcune zone del bresciano, ma che ad un tratto è stato tolta dal martirologio e le reliquie del Santo sono state nascoste per una scellerata e anticattolica volontà ecumenica.Per finire, invitiamo tutti a mantenere i contatti con noi, a seguirci nelle nostre attività ed inviarci qualsiasi tipo di segnalazione o notizia riguardo a San Simonino. Cogliamo l’occasione per segnalarvi alcune novità sul sito http://www.sansimonino.eu/

Un altro paragrafo ameriano

La Chiesa (dice il Papa [Giovanni XXIII, ndr]) non depone né indebolisce la sua opposizione all'errore, ma «al giorno d'oggi preferisce far uso della medicina della misericordia piuttosto che delle armi della severità». Essa osta all'errore «mostrando la validità della sua dottrina piuttosto che con le condanne». Questo annuncio del principio della misericordia contrapposto a quello della severità sorvola il fatto che, nella mente della Chiesa, la condanna stessa dell'errore è opera di misericordia, poiché, trafiggendo l'errore, si corregge l'errante e si preserva altrui dall'errore. Inoltre verso l'errore non può esservi propriamente misericordia o severità, perché queste sono virtù morali aventi per oggetto il prossimo, mentre all'errore l'intelletto repugna con un atto logico che si oppone a un giudizio falso. La misericordia essendo, secondo S. theol., II, II, q. 30, a. 1, dolore della miseria altrui accompagnato dal desiderio di soccorrere, il metodo della misericordia non si può usare verso l'errore, fatto logico in cui non vi può essere miseria, ma soltanto verso l'errante, a cui si soccorre proponendo la verità e confutando l'errore. Il Papa peraltro dimezza un tale soccorso, perché restringe tutto l'officio esercitato dalla Chiesa verso l'errante alla sola presentazione della verità: questa basterebbe per sé stessa, senza venire a confronto con l'errore, a sfatare l'errore. L'operazione logica della confutazione sarebbe omessa per dar luogo a una mera didascalia del vero, fidando nell'efficacia di esso a produrre l'assenso dell'uomo e a distruggere l'errore.

Dal paragrafo 40 di Iota unum.

domenica 22 marzo 2009

Un paragrafo ameriano

Ma il Concilio di Gerusalemme fu eminentemente critico anche sotto un'altra ragione, perché separò per sempre il giudizio teoretico dal giudizio pratico, quello che si porta sui principii e quello che si porta sulle applicazioni piegando, non i principii, ma la mediazione dei principii alle pieghevoli situazioni, piegatura che nella religione si fa sotto l'inspirazione della carità. Infatti il celebre affrontamento di Paolo a Pietro seguito in Antiochia dopo che a Gerusalemme i due Apostoli si erano trovati concordi nel ritenere la legge giudaica antiquata cioè superata, si aggirava, come dice Tertulliano, su «conversationis vitium, non praedicationis» (De praescript. haeret., 23), sulle deduzioni dal principio, non sul principio. Fu la prassi di Pietro condiscendente alla sensibilità rituale dei fratelli venuti dalla Sinagoga, prassi difforme da quella del medesimo Pietro verso i fratelli venuti dall'idolatria, quella che fu riprovata da Paolo e poi, come si vide, da Pietro e dalla Chiesa tutta. Sono dispareri sulla condotta pratica e, se si vuole, errori derivati dal non vedersi sùbito o non vedersi bene il nodo tra un principio e un concreto storico. Sono dispareri ed errori quali si perpetuarono nella Chiesa, da Pasquale II, che disdice il concordato sottoscritto con Enrico V, a Clemente XIV, che sopprime la Compagnia di Gesù e rovescia il non possumus degli antecessori, a Pio VII che ritratta gli accordi con Napoleone e si accusa pubblicamente di avere dato scandalo alla Chiesa e da sé stesso si punisce astenendosi dal celebrare la Messa. Questa distinzione della variabile sfera disciplinare, giuridica e politica da quella invariabile del porro unum est necessarium è certamente iniziata nel Concilio di Gerusalemme e costituisce la prima crisi della Chiesa: la sfera della storicità viene definitivamente distinta da quella del dogma.

Dal paragrafo 12 di Iota unum.

sabato 21 marzo 2009

Sconcerto

...ho avuto occasione di insegnare il braille a un ragazzo del Magreb [presumibilmente musulmano, ndr], che ha perduto la vista in un contrasto sportivo. Bene, nelle confidenze che mi faceva, mi diceva che si meravigliava del fatto che, fra i tanti e bravi giovani volontari [italiani, ndr] che lo accompagnavano, non trovava nessuno che credesse in Dio. "Ma come è possibile?", mi diceva.

Testimonianza di Claudio Forti, Trento.

giovedì 19 marzo 2009

Il coitus interruptus della raison libérale


Il Papa impugna la ragione per affermare nello spazio pubblico europeo e mondiale il contenuto e il significato della fede cristiana, una fede che assume alcuni principi liberali del tempo moderno senza sottomettersi alla sua deriva nullista.
Benedetto XVI ha avuto la sapienza di impugnare la ragione occidentale, ovvero il deposito laico del migliore illuminismo cristiano, nel momento in cui il postmodernismo banale delegittima la nozione di verità ed esorcizza la realtà anteponendole una falsa coscienza del soggetto, un'ideologi settaria e, al fondo, estremamente intollerante.

Un Papa che, scandalo e follia per il pansessualismo del neopaganesimo contemporaneo, crede nell'educazione, nella sobrietà dei costumi, in una sessualità umana orientata alla costruzione di significati vitali e non alla distruzione dell'amore nella caricatura del piacere, in una "sessualità-genitalità" spregiudicata e avalutativa.

Il preservativo è solo il viatico della promiscuità sessuale di massa alla quale risale la responsabilità del contagio.

Un dato recentemente ufficializzato dalla BBC: a Washington D.C. il tasso di infezione da HIV è pari a quello dell'Uganda (il 3% della popolazione sopra i 12 anni).

Insomma, se il Papa non va "all'Uganda", l'Uganda è già a Washington.


Pensieri tratti da un editoriale de "Il Foglio", 19 Marzo 2009, a firma di G. Ferrara.

Il Papa, l'Aids e il preservativo

Per preservarsi dalle banalità.

martedì 17 marzo 2009

Liberalismo

Secondo padre [Cornelio] Fabro il nemico principale di Dio non è tanto il materialismo quanto il laicismo liberale, come la tiepidezza è più pericolosa di un solo peccato mortale riparato. Infatti il laicismo - pur non bestemmiando apertamente come il marxismo - è indifferente, insensibile al problema di Dio, pensa ad altro: non è contro ma è senza Dio. Il laicismo esprime la tendenza orizzontale opposta alla trascendenza, è un immanentismo assoluto; il marxismo è un liberalismo putrefatto, un cadavere in decomposizione, che nuoce solo se vi si avvicina troppo: esso è la conseguenza logica dell'istanza nichilistica del liberalismo. Il marxismo (...), essendo contro Dio, non è nichilistico nella sua essenza, come invece lo è il liberalismo indifferente, relativista e latitudinarista o immanentista. Il marxismo combatte Dio, ma lo rimpiazza con la società dell'Avvenire; il liberalismo, al contrario, lo ignora e - negandolo implicitamente - lascia il vuoto o il nulla al posto dell'Essere sussistente (nichilismo). "Per giungere all'ateismo di Stato comunista - secondo Fabro - è necessario prima porre e affermare l'immanenza (liberalismo) e solo poi si può negare la trascendenza (marxismo); così il comunismo ha bisogno del liberalismo laicista per poter negare Dio personale e trascendente. Il principio d'immanenza, dunque, è fondamentale, poiché solo assolutizzando l'immanenza (negandone i limiti e le deficienze), posso negare implicitamente la trascendenza; l'immanentismo, implicitamente nichilista, è la fonte e l'origine dell' ateismo esplicito".

Da Curzio Nitoglia, Nel mare del nulla. Metafisica e nichilismo alla prova della post-modernità, Società Editrice Barbarossa, Milano 2004, pp. 49-50.

lunedì 16 marzo 2009

Educazione laica


Charles de Foucauld, quando ricordava la sua adolescenza, sottolineava con rammarico l'atteggiamento dei suoi educatori e diceva: "Mi hanno fatto del male, perché erano neutrali".

domenica 15 marzo 2009

Tautologia

Funzione propria della tautologia è suggerire sommessamente l’improponibilità delle dottrine relativiste.

Da qui.

sabato 14 marzo 2009

Kant è morto. Il moderno in olocausto sull'altare di De Sade.


Il moderno é caratterizzato, dopo la "cesura galileiana", dallo scientismo tecnologico, che ha tre elementi:


1) la matematicizzazione-sperimentalizzazione della conoscenza, ossia il fisicalismo epistemologico;

2) l’uso dominativo, cioè appunto tecnologico, della conoscenza matematica-sperimentale della natura (giacché le scienze naturali, fisiche e matematiche possono avere anche altri usi: si pensi all’interpretazione matematica del mondo nel pitagorismo e – in parte- nel platonismo, orientata ad una finalità squisitamente sapienziale);

3) l’ organizzazione industriale del dominio sulla natura, realizzazione pratica della deriva del dominante pensiero nichilista aggressivo.


Questo nucleo, triplice nella struttura, è semplice nell’idea, perché si riassume nell’idea-forza della manipolabilità integrale dell’essere da parte dell’uomo.


Dal punto di vista religioso, morale e giuridico, ma direi generalmente umano, le conseguenze sono d’importanza capitale: nel moderno cade il significato teo-morfico e antropo-morfico dell’essere, cadono le essenze, cade la normatività della natura, cade il soggetto sapienziale e l’organizzazione giuridica ad esso relativa, cade la pensabilità (comunque la conoscibilità) non solo di Dio, ma anche dell’uomo come persona, coscienza, spirito, e perfino a rigore come psicologia e biologia.

Questo mondo non è più antropomorfico, e tuttavia antropocentrico; il mondo dell’uomo non più creatura, ma creatore. Il mondo moderno è un mondo del null’altro che, un mondo nichilista che non sa fondare giudizi di valore e dare un senso vero alla vita dell’uomo.

All’assioma dell’illuminista liberale Kant “considera l’altro come fine e mai come mezzo” (trascrizione in chiave laica della rivelazione cristiana dell'“ ama il prossimo tuo come te stesso”), si contrappone oggi la digrignante freddura del nichilista libertino De Sade: “considera l’altro come mezzo e mai come fine”.

venerdì 13 marzo 2009

Che cos'è l'Eucaristia (2)

Noi ci troviamo di fronte a quest'alternativa: o i contemplativi, e in generale i santi, sono degli allucinati e dei maniaci; oppure sono gli uomini senza fede i pazzi che credono solo a se stessi e alle loro idee. I primi hanno il buon senso di pensare che ci sia qualcosa fuori della piccola cerchia delle loro impressioni sensoriali e del limite ristretto della loro ragione, i secondi no. I primi credono di sapere qualche cosa, i secondi credono di sapere tutto. Noi preferiamo decisamente i primi.
Ma se le anime di fede grande possono veramente scorgere attraverso le apparenze di una materia visibile una Realtà invisibile, bisogna concludere che questa Realtà è qualcosa di immensamente bello e grande. Infatti, la loro visione si dimostra così assorbente da far dimenticare loro quasi tutto il resto. Queste anime passano ore intere in umile contemplazione, come soggiogate, come avvinte dalla Realtà che contemplano e che non si stancano di contemplare ogni giorno, approfittando dei tempi liberi che possono sottrarre alle occupazioni imposte loro dal dovere. In questi tempi liberi, dice sant'Ambrogio, "perché non visiti il Cristo, trattenendoti con Lui in muta contemplazione o in dolci colloqui?".

Sac. Eugenio Bernardi, Il dono ineffabile, Cantagalli. Corsivo mio.

giovedì 12 marzo 2009

Neoterici tremate


mercoledì 11 marzo 2009

Uguaglianza

Il mito moderno di un’uguaglianza assoluta di mezzi e opportunità ha potuto sorgere, e continua a prosperare, solo in un clima spirituale che ha epocato radicalmente il concetto di Provvidenza.

martedì 10 marzo 2009

Il progresso da lontano


Mi è sempre piaciuto, questo pezzo dei Tiromancino. Uno dei pochi esempi, tra l’altro, di ‘spoken word’ in italiano. Dal disco In continuo movimento (2002).


Ho provato ad immaginare il progresso
Come una grande anima malata
Una enorme concatenazione di cause ed effetti
Grandi numeri e probabilità infinitesimali

Come certe albe di Roma
La cui luce elenca piano gli alberi
Così la linea del progresso si espande
Trasformando i colori delle cose in uno solo
Il bianco

Ho provato ad immaginare il progresso
Come masse di uomini che si spostano
Rincorrendo equilibri impossibili
Mescolando il colore di una bandiera
Con il rumore elettrico di un fast food
Io confondo il bene con i beni
E mi disperdo la coscienza in sensi unici

RIT: Guarderò il progresso da lontano
Per esserne affascinato e non coinvolto fino in fondo
Non vedo un altro modo per salvare l’entusiasmo
In questo mondo

Dove ognuno tende ad inseguire
Solo l’ideale di se stesso
Moltiplicando il senso del potere
Ricercando il compromesso


Eppure noi viviamo nel progresso
Lo utilizziamo per ascoltarci
Per accomodarci, per salvare l’entusiasmo
E lo fraintendiamo con la cultura dell’immagine
Del corpo, dell’apparenza

Ne occupiamo le frequenze,
e ci serviamo di certe sue estensioni
fino a rimanerne abbronzati
perchè può sostituire anche la luce del sole
e la ricerca di un Dio

Così, d’istinto, cerchiamo protezione
E poniamo distanze tra l’ieale di noi stessi
E tutto il diverso
Moltiplicando il senso del potere,
ricercando il compromesso.

RIT: Guarderò il progresso da lontano
Per esserne affascinato e non coinvolto fino in fondo
Non vedo un altro modo per salvare l’entusiasmo
In questo mondo

Dove ognuno tende ad inseguire
Solo l’ideale di se stesso
Moltiplicando il senso del potere
Ricercando il compromesso

Mi piace immaginare un altro punto dell’universo
Opposto al nostro
Dove un uomo divaga sul progresso del suo mondo
Da una finestra ricavata
In mezzo a una metropoli.

lunedì 9 marzo 2009

Imitatio Christi

“Il Maestro [Nostro Signore Gesù Cristo, ndr], con il Suo esempio, il Suo linguaggio, la Sua espressività, il Suo comportamento, e, oserei dire, con la Sua profonda ‘arte retorica’, irradia dal centro dell’arco che abbraccia tutta la vastità universale di variazioni di personalità, di temperamenti e di culture a cui proprio Lui ha dato vita, il Modello esemplare di risposta della creatura intelligente alle temperie della vita: forte per i melanconici, affettuoso per i freddi, calmo per i passionali, dolce per gli irruenti, e così via”.

Enrico Maria Radaelli, Ingresso alla bellezza, Fede & Cultura.

domenica 8 marzo 2009

Che cos'è l'Eucaristia (1)

Quando San Filippo Neri celebrava la Santa Messa faceva di tutto per distrarsi, perché altrimenti si sarebbe sentito rapire in un’estasi d’amore che gli avrebbe fatto perdere i sensi. Questa eccentricità scandalizzava alcuni che non capivano come, durante un atto così santo, ci si potesse voltare attorno e magari scambiare qualche parola con i vicini. Ma per Filippo quel contegno che agli altri appariva strano diventava una necessità, perché si sentiva impazzire d’amore.

Sac. Eugenio Bernardi, Il dono ineffabile, Cantagalli. Corsivi miei.

sabato 7 marzo 2009

Tutto si tiene

Un uomo all’apparenza trentacinquenne, in una libreria, è impegnato in una conversazione telefonica con quello che si desume essere un intimo amico. Pare stia esponendo al suo confidente una serie di difficoltà nei rapporti di lavoro. “Sai qual è il mio problema? Il mio problema è che ho ricevuto un’educazione cattolica. In un mondo come il nostro sono fregato in partenza”.

Una giovane universitaria, sul treno, disquisisce animatamente con un’amica di Chiesa e di preti. “Pensa che una volta, da piccola, andavo persino a Messa. Addirittura pregavo! Poi per fortuna sono guarita”.

Un ultratrentenne, convivente con una ragazza da cui non ha finora avuto figli, conversa con un amico più giovane. A un certo punto, con naturalezza, dice: “Se mi nascesse un figlio gravemente menomato, ad esempio paralizzato, lo ucciderei alla nascita”.

venerdì 6 marzo 2009

Destino dei contemporanei


L'uomo che non accetta di essere relativamente libero sarà assolutamente schiavo.

Gustave Thibon

giovedì 5 marzo 2009

L'esprit de la Chrétienté

Ce n’est pas seulement pour l’honneur de la création ou pour obéir à une nécessité intrinsèque que le monde se doit d’être pénétré de lumière divine, ce n’est pas seulement pour notre consolation et notre joie; ce n’est pas pour notre honneur à nous, c’est pour l’honneur de Dieu. C’est pour que la Royauté universelle de Jésus-Christ soit reconnue et qu’elle s’étende sans limite. Il ne faut pas dérober à la très sainte Royauté du Fils de Dieu quoi que ce soit du domaine créé, car tout lui appartient, tout vient de lui, tout monte vers lui. Le plus haut devoir de charité qui soit dévolu à l’homme chrétien est de rassembler toutes choses sous l’égide du Christ-Roi: les âmes, les institutions et les mœurs. En cette entière et joyeuse soumission culmine l’esprit de la chrétienté.

Dom Gérard, Demain la Chrétienté, 1986

mercoledì 4 marzo 2009

Exergum

Vivere nel presente, riposare nel presente, equivale a contemplare un ordine oggettivo.
Senza un ordine, almeno intravisto o presagito, non vi è che rincorsa o rimpianto.